Perchè dovreste giocare ai videogiochi con i vostri nonni secondo la scienza

Ultimo Aggiornamento 18 dic 2018
Perchè dovreste giocare ai videogiochi con i vostri nonni secondo la scienza

Sfidare ai videogiochi i nostri nonni non dovrebbe essere considerato un'utopia, ma come un qualcosa di perfettamente desiderabile. Così affermano diversi studi che spiegano i vantaggi di giocare ai videogame con gli anziani. Secondo la scienza, gli anziani appassionati di videogiochi presentano migliori capacità cognitive.

I risultati cui sono giunti gli scienziati dell'Università Nazionale di Educazione a Distanza (UNED) possono offrire un nuovo impulso all’industria dei videogiochi per adulti. Il profilo dei gamer è sempre più prossimo ai 40 anni, ma perché non giocare anche dopo gli “anta”? Non è necessario essere giovani o teenagers per giocare ai videogiochi. Anzi, il loro utilizzo da parte della popolazione più anziana potrebbe avere un impatto positivo sul suo benessere mentale e sul funzionamento delle capacità cognitive.

Come emerge nel report stilato dall’UNED, il cervello delle persone anziane rende più e meglio durante l’interazione con i videogiochi. Non funziona con tutti, solo con coloro che si pongono un obiettivo specifico: migliorare la memoria, la ritenzione mnestica e le capacità cognitive. In questo modo si evitano episodi di perdita di memoria associata con l'invecchiamento, obiettivo principale degli autori dello studio. Inoltre servono per migliorare la capacità decisionale e aiutano ad ottenere altri benefici connessi a situazioni difficili che si verificano soprattutto nel massively multiplayer online (MMO).

L’UNED per realizzare lo studio scientifico sui benefici dei videogiochi si è servita di un campione di 40 persone. Tutti risiedono in un centro per anziani nella città di Madrid, e tutti sono stati sottoposti al test di Corsi, e ad altre prove, in cui veniva ad esempio richiesto di completare puzzle, volti a migliorare la loro capacità di ritenzione mnestica.

Intrattenere le persone anziane con videogiochi appropriati può essere un modo efficace per migliorare la loro memoria di lavoro visuo-spaziale", ha spiegato Soledad su Ballesteros, direttore del Gruppo di Studio su Invecchiamento e Malattie Neurodegenerative dell’ UNED e autrice dell'esperimento.

Un altro studio condotto dai ricercatori dell’Università della California, pubblicato sul The Guardian, ha rivelato che persone di circa 60 anni di età che hanno giocato a un videogame personalizzato per 12 ore nell’arco di un mese, sono riuscite a migliorare le loro capacità di multitasking in misura maggiore rispetto al livello raggiunto da un ventenne alle prese con il videogioco per la prima volta. I miglioramenti sono rimasti costanti anche nei mesi successivi. Inoltre sottolinea l’importanza di non sottovalutare la dimensione sociale e quella del divertimento. Secondo i residenti della casa di riposo The Paddock, a nord di Londra, sfidare qualcuno a golf o a bowling con la Wii rappresenta più di un esercizio mentale.

Non è solo il gioco in sé che mi fa star bene ma anche e soprattutto la compagnia che ne deriva. Se non giocassimo, molti di noi starebbero sempre seduti nelle nostre camere da soli”, ha raccontato John Clark, 85 anni, da 19 anni nella casa di riposo.

Ricorrendo ad un particolare videogioco chiamato NeuroRacer, i ricercatori hanno ipotizzato che il cervello che invecchia è molto più plastico di quanto ci si possa immaginare. Ciò significa che è capace di conservare le abilità più importanti rimodellandole a seconda delle situazioni.

Secondo lo psicologo Peter Etchells della Bath Spa University, “l’utilizzo regolare di specifici videogiochi può condurre a tempi di reazione più veloci e a una migliore capacità di identificare gli oggetti sullo schermo”. Etchells tuttavia, invita a non giungere a facili conclusioni in quanto sono molti i fattori che rientrano nel campo di deterioramento delle abilità cognitive.

Adam Gazzaley, che ha condotto lo studio NeuroRacer è della stessa opinione: “Si tratta di un settore di ricerca ancora alla prima fase e anche se ci sono buone ragioni per essere ottimisti è necessario attendere la validità scientifica.I videogiochi sono un fattore da prendere in considerazione insieme a molti altri, come esercizio fisico e alimentazione. Quello di cui abbiamo bisogno è individuare quanto questi elementi interagiscono tra di loro e con quali modalità. Solo allora saremo in grado di capire quali sono gli ingredienti per una buona salute mentale”.

Giada Benazzi

: Copywriter e Public Relation Specialist

Sono una copywriter specializzata nel settore dell'iGaming ed esperta in Big Data legati al gioco d’azzardo online. Mi occupo della redazione e revisione dei contenuti pubblicati nella sezione blog di Gaming Report, oltre ad effettuare ricerche e indagini di settore. Curo le relazioni pubbliche con i media italiani e internazionali, soprattutto in nazioni come Spagna, Francia, Inghilterra e Stati Uniti.