Baretta: “Necessaria una normativa unica a livello europeo per limitare la pubblicità del gioco”

Ultimo Aggiornamento 18 dic 2018
Baretta: “Necessaria una normativa unica a livello europeo per limitare la pubblicità del gioco”

Durante la seduta delle Commissioni Consiliari congiunte Servizi Sociali, Commercio e Antimafia del comune di Milano, durante la quale è stata presentata la proposta per il riordino settore giochi, che sarà discussa il 7 settembre in Conferenza unificata, il sottosegretario Pier Paolo Baretta ha introdotto il suo discorso esponendo quelle che sono state le azioni del governo ad oggi indirizzate al riordino del settore dei giochi.

Per combattere il gioco illegale qualche anno fa lo Stato ha dato vita alla diffusione del gioco legale, ma la verità è che questa ricetta ha funzionato fino a un certo punto, oltre a una certa misura è prevalso l’eccesso di offerta con conseguenze sociali. In questo percorso valido per combattere il gioco illegale tramite la presenza del gioco legale, si è finito per esagerare. Il gioco si è radicalizzato nel territorio, il che ha posto il problema di riordinare il settore e riportarlo alla normalità”.

Perché la decisione di ridurre l’offerta di gioco

Lo Stato dai giochi ha un incasso medio annuo di circa 10 miliardi, assolutamente rilevante, ma non giustificabile con le esigenze sociali che sono venute crescendo. Ci siamo interrogati su quale fosse la strada prioritaria, la scelta è stata quella di ridurre l’offerta partendo dal presupposto condiviso con Regioni, Enti locali e Comuni che l’eccesso di diffusione era una delle componenti che creava problemi patologici”, ha affermato il sottosegretario.

Il problema non riguarda solo le slot.

Secondo Baretta, le slot, (attualmente 400 mila diffuse in luoghi dedicati ma anche in bar e tabacchi), non rappresentano l’unico problema. “Da qui la decisione del governo di muoversi su due fronti: ridurre le slot sul territorio nazionale, per potarle a 265 mila entro aprile 2018, e un intervento strutturale volto a dimezzare i punti gioco nei prossimi 3 anni: oggi sono circa 100 mila, li porteremo a 50/55 mila. Alla fine del percorso, chi resterà dovrà avere una certificazione per poter vendere gioco”. Un’inversione di tendenza, come l’ha definita il sottosegretario, che comporta conseguenze di tipo fiscale, ma che il Governo ha deciso di adottare per dare una nuova fisionomia al gioco pubblico.

Interventi contro il GAP.

Abbiamo costruito un dialogo utile con la Commissione bicamerale Antimafia che ha prodotto una serie di interventi legati all’innalzamento del sistema dei controlli di polizia locale, interventi di azione preventiva a contrasto del gioco d’azzardo patologico – lo scorso anno sono stati stanziati 50 milioni per processi di cura e prevenzione ma c’è possibilità di incrementare ancor di più questa dotazione – e di intervenire attraverso una tecnologia che permetta di accedere alle nuove slot da remoto, offrendo ad autorità di polizia strumenti di controllo più approfonditi”.

Distribuzione sul territorio dei punti gioco.

Dopo una lunga trattativa il Governo ha scelto di rinunciare a decidere e organizzare la loro presenza, lasciando che il singolo territorio faccia una sua programmazione, evitando tuttavia che si creino zone in cui vi sia una concentrazione di gioco e altre in cui è assente”. Baretta ha concluso il suo intervento auspicando che la Conferenza Unificata, prevista per il 7 settembre, possa concludersi con un’intesa che dia vita al decreto applicativo.

Prospettive future

“In seguito sarà necessario pensare a ulteriori interventi per limitare la pubblicità, aprendo una discussione a livello europeo su una normativa unica condivisa da tutti gli Stati membri, come nel caso del tabacco”, ha aggiunto.

Giada Benazzi

: Copywriter e Public Relation Specialist

Sono una copywriter specializzata nel settore dell'iGaming ed esperta in Big Data legati al gioco d’azzardo online. Mi occupo della redazione e revisione dei contenuti pubblicati nella sezione blog di Gaming Report, oltre ad effettuare ricerche e indagini di settore. Curo le relazioni pubbliche con i media italiani e internazionali, soprattutto in nazioni come Spagna, Francia, Inghilterra e Stati Uniti.