I casinò in Giappone potrebbero generare un fatturato annuo di oltre 40.000 milioni di dollari

Ultimo Aggiornamento 18 dic 2018
I casinò in Giappone potrebbero generare un fatturato annuo di oltre 40.000 milioni di dollari

I casinò in Giappone potrebbero rappresentare la soluzione alla crisi economica che sta attraversando il paese. Gli occhi dei colossi del settore sono puntati sul business nipponico e sono pronti a contrattare col governo di Tokio.

Le discussioni sul potenziale rilascio dei casinò in Giappone è iniziata nel 2002. Tuttavia, le allora classi dirigenti del paese non si sono dimostrate sufficientemente favorevoli ai disegni di legge che avrebbero dovuto autorizzarne il funzionamento. C’è da dire anche che dal 2002 al 2012 il Giappone ha cambiato un totale di 7 governi, e ciò ha avuto ripercussioni negative sul paese in generale, sulla sua economia e su altri aspetti.

Nel mese di dicembre 2012, Shinzo Abe è stato eletto primo ministro e da allora mantiene il suo incarico. Poco dopo la sua elezione, ha introdotto un pacchetto di misure note come Abenomics promettendo che avrebbe fatto tutto il possibile per garantire la crescita economica del Paese. E’ stato proprio lo stesso Abe ad inserire nel programma di ripresa economica la regolamentazione dei casinò.

Come ricorderete, nel 2013, è stato annunciato che il Giappone avrebbe ospitato le Olimpiadi estive 2020. Ciò significa che si aspetta di ricevere milioni di turisti durante queste Olimpiadi. È per questo che alcuni deputati, in primis il primo ministro, hanno visto nell’evento l'occasione ideale per prendere in considerazione la questione dei casinò. Hanno constatato che il turismo aumenterebbe ancora di più se i visitatori stranieri avranno la possibilità di realizzare le loro scommesse in sale da giochi di lusso.Questo, a sua volta, potrebbe portare alla crescita economica tanto anelata.

Sono molti i colossi del gambling che guardano con interesse al business dei casinò in Giappone

Negli ultimi due anni e mezzo, da quando sono iniziate le prime discussioni sopra la possibile apertura dei casino nel paese asiatico, alcuni degli operatori di casinò più popolari al mondo hanno espresso il loro interesse di aprire sale da gioco nella regione asiatica. Las Vegas Sands Corp. e MGM Resorts International sono alcuni dei colossi che si aspettano di mettere mano sul mercato dei giochi giapponese. Tuttavia ad una condizione: i due colossi hanno apertamente dichiarato che non hanno intenzione di aspettare per molto tempo, per cui si renderanno disponibili a realizzare il progetto solo se le cose si risolveranno nel più breve tempo possibile. Se ciò non dovesse accadere, punteranno il loro interesse su altri territori del continente asiatico, cosa in realtà già in atto, considerando i contatti intavolati per la realizzazione di casinò in Corea del Nord. Per il Giappone l’apertura dei casinò rappresenterebbe un enorme potenziale e il paese potrebbe convertirsi in una delle più grandi industrie di gioco in Asia, seconda solo a Macao. L'impresa di investimento CLSA Asia ha stimato che i potenziali casinò in Giappone potrebbero generare un fatturato annuo di oltre 40.000 milioni di dollari.

Il Macao Gaming Show svoltosi a novembre ha rappresentato un’occasione importante per l’industria del gioco giapponese che ha visto il coinvolgimento di tutte le parti che si occupano dei processi di regolamentazione e legalizzazione dei casino nel paese. L’evento ha rappresentato un’ulteriore possibilità di riflessione e valutazione sull’apertura del mercato nipponico alla “nuova” attività di gioco. Gli organizzatori dell’evento hanno pensato appositamente ad allestire un’area riservata al Giappone con casino, servizi di gioco e compagnie e occupata principalmente dai produttori di macchine e manifatturieri, dai fornitori di servizi finanziari e di investimento, dagli analisti di gioco.

La segretaria del Mgema, Fatima Maria Nunes, rappresentante delle cento maggiori compagnie di gioco e di intrattenimento di Macao, ha dichiarato: “L’intero mondo del gioco guarda con grande interesse al dibattito sulla legalizzazione dei casinò. Molti dei nostri membri hanno un diretto contatto corporativo e finanziario con il Giappone, e speriamo che il mercato apra presto offrendo opportunità su vasta scala. Abbiamo stretto forti relazioni con il settore imprenditoriale giapponese al Macao Gaming Show”.

L'asse economico Giappone-Stati Uniti

Già all’inizio di quest’anno, l’American Gaming Association, aveva informato i membri del governo giapponese sui benefici della regolarizzazione del mercato dei casinò nel paese. L'incontro ha coinciso con la visita del Primo Ministro Abe negli Stati Uniti. Successivamente i rappresentanti dell’ AGA hanno tenuto una tavola rotonda a Tokyo: durante i due incontri, l’associazione americana ha prestato particolare attenzione a tre grandi questioni, quali i benefici economici del casinò, gli sforzi verso la prevenzione di pratiche di riciclaggio di denaro e la promozione del gioco responsabile.

E’ un po' difficile stabilire ora se il Giappone inaugurerà i suoi casinò prima dei Giochi Olimpici del 2020 o poco dopo. E’ certo che i legislatori non vogliono lasciarsi scappare la grande opportunità di lasciare spazio ad un settore che potrebbe contribuire con ingenti somme di denaro a rimpinguare le casse del paese, creare centinaia di migliaia di posti di lavoro diretti e indiretti, e attirare milioni di turisti internazionali.

Se il disegno di legge, di cui ci stiamo facendo promotori, non dovesse essere approvato, probabilmente avremo perso l’ultima occasione e non vedremo mai sorgere un casinò nel nostro paese”. E’ la dichiarazione di Takeshi Iwaya, esponente del Partito Liberal Democratico.

Giada Benazzi

: Copywriter e Public Relation Specialist

Sono una copywriter specializzata nel settore dell'iGaming ed esperta in Big Data legati al gioco d’azzardo online. Mi occupo della redazione e revisione dei contenuti pubblicati nella sezione blog di Gaming Report, oltre ad effettuare ricerche e indagini di settore. Curo le relazioni pubbliche con i media italiani e internazionali, soprattutto in nazioni come Spagna, Francia, Inghilterra e Stati Uniti.