Editoriale

Divieto sponsorizzazioni: Il girotondo del Movimento Cinque Stelle e la necessità di una riforma non più rimandabile

L'accordo di sponsorizzazione tra Betsson e l'Inter ha riaperto le polemiche inerenti il Decreto Dignità e il divieto di pubblicità.
Divieto sponsorizzazioni: Il girotondo del Movimento Cinque Stelle e la necessità di una riforma non più rimandabile

L'accordo di sponsorizzazione tra Betsson e l'Inter ha riaperto le polemiche inerenti il Decreto Dignità e il divieto di pubblicità. Ormai risulta evidente come quel Decreto abbia delle lacune in cui è facile inserirsi. Infatti, la stessa Agcom ha stabilito che la normativa non è violata se non c’è riferimento al gioco. Ciò significa che se il logo utilizzato sulle divise è quello di un sito di informazione sportiva, può essere mostrato senza problemi. Questo confine labile ma definito, ha finito per creare nuove polemiche.

L'affondo del Movimento Cinque Stelle

Il Movimento Cinque Stelle ha recentemente chiesto un'interrogazione urgente, per capire come si possano inserire ulteriori paletti in materia di pubblicità. La mossa arriva dopo che lo stesso partito ha cercato in tutti i modi di fermare la sponsorizzazione in atto che riguarda l’Inter. Curiosamente, per dare forza alla sua richiesta, quest'ultima riprende le tesi avanzate da Agcom e Ministero dello Sport secondo i quali «la pubblicità del gioco legale viene vista non come un fattore di rischio ma, al contrario, come un modo per arginare le pratiche illegali». Ebbene, partendo da questo assunto, il documento chiede nuove restrizioni.

Come si legge nel documento, «Le sponsorizzazioni da parte di società di scommesse sportive rappresentano un veicolo di promozione del gioco d'azzardo estremamente efficace, in grado di influenzare negativamente le scelte e i comportamenti dei minori». Per avvalorare tale tesi si cita anche l'indagine relativa ai disturbi da gioco di azzardo formulati dall’Istituto Superiore di Sanità. Il problema è che quella stessa indagine fu oggetto di diverse critiche da parte dello stesso Movimento.

Il documento in questione ha affermato che sono circa 18 milioni gli italiani adulti che hanno giocato d’azzardo almeno una volta nell’ultimo anno. Tra questi oltre 13 milioni sono ritenuti giocatori sociali, che giocano cioè in maniera sana. Degli altri, due milioni risultano a basso rischio e 1,4 milioni sono a rischio moderato.

Il dato però che confuta la tesi del Movimento Cinque Stelle è quello che afferma che solo il 19,3% dei giocatori che dichiarano di aver notato la pubblicità di un gioco ha scelto di giocare in base alla pubblicità vista o sentita.

Come si può notare si tratta di uno studio che va in autentico contrasto con quanto ha voluto affermare il Movimento Cinque Stelle negli ultimi anni. La domanda dunque sorge spontanea: si sta facendo una caccia alle streghe?

Una riforma non più rimandabile

Il Ministro dello Sport Andrea Abodi da tempo si batte per l'abolizione del Decreto Dignità, spingendosi, a marzo a dichiarare che scopo del Governo è quello di «rendere nuovamente legali pubblicità e sponsorizzazioni delle aziende del betting, anche per tutelare il gioco legale e responsabile». Alle parole, però, non sono seguiti i fatti, ad oggi, nonostante anche il Direttore di ADM, Alesse si sia detto favorevole ad un taglio con il passato.

In un'intervista di qualche mese fa sul Corriere della Sera a precisa domanda ha infatti risposto: «Il divieto degli spot sui giochi? Penso si debba fare una riflessione su questo. La nostra legislazione è certamente severa. Ma c’è bisogno anche di una informazione corretta sul gioco come divertimento, senza ipocrisie. E una campagna mediatica potrebbe servire anche a spiegare i rischi legati alla dipendenza e al gioco illegale». Questo concetto è stato ribadito alla Conferenza degli Stati Generali di Adm come la riforma del gioco pubblico non sia più rimandabile.

Il passaggio più importante è però quello in cui afferma che è sempre più importante trovare un equilibrio tra il «diritto alla tutela della salute e l’interesse dello Stato a veicolare all’Erario le entrate derivanti da attività condotte in modo lecito».

Nonostante le feroci critiche del Movimento Cinque Stelle, dunque, quest'ultimo sembra sempre pùi isolato in una battaglia che finisce per danneggiare solo lo Stato e gli italiani.

Davide Luciani

Ruolo: Redattore

Giornalista pubblicista di origine abruzzese e Copywriter da oltre sette anni. Su GamingReport mi occupo di redigere articoli sul mercato del gambling nazionale e internazionale, oltre a recensire slot machine e casinò online. Collaboro anche con delle testate sportive come Sportcafe24.com e con La Legge per Tutti, portale di diritto legato all'informazione giuridica e alla consulenza legale, commerciale e fiscale.