La Commissione Europea ha dato il via libera sul decreto di regole tecniche per la concessione relativa alla gestione e raccolta dei giochi pubblici a distanza presentato dal governo italiano. Si conclude così l'iter comunitario del decreto che aveva subito un rallentamento a causa del parere circostanziato emesso dalla Repubblica di Malta. Decisiva è risultata essere la replica presentata dal governo italiano, attraverso un documento emesso dall'ADM in merito alle contestazioni.
Le obiezioni di Malta e la replica italiana
La Repubblica di Malta aveva presentato una serie di obiezioni al decreto italiano sul gioco online. Secondo il suo parere circostanziato, nelle Regole tecniche «sono stati stabiliti vari requisiti che, se considerati nel loro insieme, limitano sostanzialmente l’offerta di gioco a distanza da parte dei concessionari italiani». Inoltre venivano avanzati dubbi anche per la generale mancanza di chiarezza e trasparenza su determinati concetti e requisiti stabiliti nel Progetto di Regole Tecniche, ritenendo che alcuni di questi, introdotti ex novo, non fossero adeguatamente illustrati.
Il governo italiano si è preso un po' di tempo per la sua arringa difensiva, ma, alla fine ha ribattuto punto per punto. L'ADM ha potuto presentare un documento che ha demolito le obiezioni maltesi. In particolare è stato fatto notare che per quel che riguarda l'assegnazione delle concessioni per il gioco a distanza «con il Progetto di Regole Tecniche oggetto di procedura di informazione, si è inteso, esclusivamente, ribadire un obbligo già presente nella disciplina nazionale fin dall’anno 2006 e mantenuto pedissequamente in tutte le successive procedure».
Anche il fatto che il Fornitore di Servizi debba essere un soggetto titolare di una concessione è un obbligo, sempre applicato anche in altri ambiti nelle procedure di affidamento in concessione dell’esercizio dei giochi pubblici già messe in atto negli anni precedenti.
Come si fa notare, tali procedure «sono state sottoposte all'esame degli Stati membri e non sono state presentate osservazioni che rilevassero cause ostative o discriminatorie». Nel documento si afferma anche che «le innovazioni introdotte dalle predette procedure hanno permesso di superare i motivi delle procedure di infrazione, accogliendo tutti i motivi di censura individuati nelle sentenze della Corte di Giustizia Europea».
L'altro punto che Malta osservava era la mancanza della definizione specifica del termine «concessionario fornitore di servizi» . In relazione a ciò, l'ADM fa notare come, insieme al documento relativo alle Regole tecniche è stato presentato il documento denominato «Nomenclatore Unico», dove è presente appunto la definizione richiesta. Nello specifico il concessionario di servizi è «il concessionario che concede l’utilizzo, in tutto o in parte, di un proprio sistema di gioco, già certificato da ADM, garantendo il colloquio verso il sistema centralizzato anche per i concessionari utilizzatori».
Tale certificazione, però, come emerge dalle Regole tecniche, non pone alcun limite o barriera all’ingresso di operatori nazionali o esteri. Non vi è, pertanto, alcuna limitazione alla libera attività imprenditoriale delle software house.
L'allarme di Vullo
Il parere positivo della Commissione Europea al decreto sul gioco online, dà il via libera al documento fortemente voluto dal governo Meloni. Ora manca solo il passaggio al Consiglio di Stato, che, però, sembra una pura formalità.
Salvatore Vullo, presidente di Kogem, ha però voluto mettere il punto su alcune criticità che il decreto ha creato. In particolare, si è soffermato sulla ormai famosa questione dei Pvr. Il punto critico per Vullo, non è sulla fase di registrazione, (in via di definizione), ma un altro aspetto emerso recentemente, ovvero la possibilità di visionare l’elenco pubblicato sul sito istituzionale dei Monopoli. Ciò infatti, permette ai commerciali aderenti alla rete di un concessionario di visitare direttamente tutti i Pvr indicati in elenco che appartengono agli altri competitor, «innescando in tal modo una caccia mirata( resa possibile dall’indicazione della ubicazione dell’esercizio commerciale) di nuovi soggetti da inglobare nella rete commerciale del proprio concessionario».
Vullo poi espone anche dubbi sull‘imminente pubblicazione del bando, che potrebbe avvenire entro e non oltre la metà di dicembre. Il tasto dolente è sempre dovuto all'importo di partecipazione di 7 milioni di euro. Tale importo andrebbe rivisto al ribasso perché le condizioni sono mutate proprio a causa del bando e potrebbero escludere diversi operatori di gioco ADM.
Infatti «Le ultime novità introdotte nel settore, giusto per dirne alcune, il limite di ricarica di 100 euro settimanali, o ancora le limitazioni introdotte nella fascia di età tra i 18 e i 25 anni, incideranno notevolmente ( per circa il 30% in meno secondo i dati forniti dai nostri clienti) sulla raccolta di gioco delle concessioni on line».
Bisognerà vedere ora se il Consiglio di Stato recepirà gli allarmi lanciati dagli addetti ai lavori o, se, come sembra, darà parere favorevole al testo così come è stato pensato.