Il report «Beyond the Jackpot», commissionato dall'Association of Charity Lotteries in Europe (ACLEU) e realizzato da Regulus Partner, ha analizzato la questione relativa alle lotterie di beneficenza e il loro impatto sui partecipanti e sulla società. Si è trattato di uno studio basato su dati raccolti principalmente nel Regno Unito ma che ha compreso anche una comparazione con le altre giurisdizioni europee.
I dati dello studio ACLEU
Il report «Beyond the Jackpot» ha anzitutto messo in evidenza come, nel 2023, gli associati della Associazione delle Lotterie di Carità in Europa di Regno Unito, dell’Irlanda, della Svezia, della Norvegia, dei Paesi Bassi e della Germania abbiano sostenuto circa 16.500 progetti e organizzazioni della società civile. Questi ultimi hanno portato ad un fatturato di oltre 940 milioni di euro, vendendo biglietti della lotteria.
Lo studio si è poi soffermato ad una comparazione tra le lotterie di beneficenza e le altre forme di gioco d’azzardo.
Sono soprattutto tre le differenze tra le due tipologie di gioco. La prima riguarda la frequenza di gioco. Le estrazioni delle lotterie di beneficenza hanno una cadenza molto più saltuaria. Solitamente possono essere settimanali o mensili. Ne consegue che, per la loro natura, il pericolo che chi vi gioca possa cadere vittima di GAP è molto basso.
Altra caratteristica delle lotterie di beneficenza sta negli importi contenuti dei biglietti, situazione che di fatto riduce il rischio di perdite importanti.
Infine, l'ultima peculiarità sta proprio nella natura benefica del gioco. Chi compra un biglietto per beneficenza è chiaramente mosso da motivazioni altruistiche e non da guadagni personali che portano a cadere vittima del gioco patologico.
Le tipologie dei giocatori
Secondo lo studio, le lotterie di beneficenza attraggono una base di partecipanti molto diversa rispetto ad altre forme di gioco. Infatti, la fan base è composta principalmente da donne (57%), di età superiore ai 55 anni e con un reddito medio-alto. Si tratta di un identikit che permette di estrapolare un preciso quadro sociale in grado di intersecarsi anche con la salute mentale degli individui che giocano.
Uno degli aspetti più significativi emerso dal report è infatti quello che mostra come i giocatori di lotterie di beneficenza abbiano livelli di benessere mentale e soddisfazione di vita superiori rispetto alla popolazione generale e ai giocatori di altri tipi di giochi.
Infatti, l’80% dei partecipanti riporta un livello “alto” o “molto alto” di soddisfazione, mentre solo il 9,.5% manifesta sintomi di depressione, rispetto al 12,4% dei non giocatori e al 9,9% dei giocatori in generale.
La ricerca del Problem Gambling Severity Index
I dati sopra citati vanno di pari passo con quelli legati al gioco problematico. Secondo lo studio condotto da Problem Gambling Severity Index, dal 2007 al 2018, solo l’1,3% dei partecipanti a lotterie di beneficenza è stato classificato come “giocatore problematico”. Il dato fa il paio con un altro risultato: nessun giocatore esclusivamente dedito alle lotterie di beneficenza è stato classificato come problematico. Coloro che sono stati classificati come affetti da GAP sono giocatori che hanno partecipato anche a giochi d'azzardo veri e propri.
Il report pone dunque in evidenza come le lotterie di beneficenza siano giochi a basso rischio e per questo non dovrebbero essere assimilati alle regolamentazioni generali sul gioco d’azzardo. Servono dunque leggi «personalizzati» per tutelare un settore che rappresenta un valore aggiunto per la società.