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Il paradosso del gaming: più ore di gioco, meno spesa

Il mercato dei videogiochi vale 219 miliardi di dollari e continua a crescere. Bain & Company analizza tendenze, abitudini dei gamers e sfide per il futuro del settore.
Il paradosso del gaming: più ore di gioco, meno spesa

Il mercato dei videogiochi è in continua crescita. Lo scorso anno vi è stato un incremento del 5% del volume dei ricavi che ha raggiunto la cifra di 219 miliardi di dollari (equivalenti a circa 187 miliardi di euro). Secondo le previsioni degli esperti fino al 2028 si assisterà a una crescita annua del 4%. Tali dati emergono da uno studio che ha riguardato 5.000 consumatori in sei Paesi: Stati Uniti, Brasile, Indonesia, Giappone, Regno Unito ed Emirati Arabi Uniti, condotto dalla società di consulenza globale Bain & Company. Attraverso questo studio si sono analizzate preferenze, motivazioni e abitudini di spesa dei giocatori.

Videogiochi come strumenti di socializzazione e creatività

Il boom dei videogiochi è dato da un fattore sociologico che si sta sviluppando sempre più nel mondo, ovvero il mutamento dei videogames da semplici oggetti di intrattenimento a strumenti di socializzazione e creatività. Tale cambio di concezione si deve allo sviluppo dei social e, in particolare di TikTok e Youtube. I content creators che trattano l'argomento dei videogames sono in costante aumento e i loro followers sono soprattutto gli under 18.  I videogames sono la valvola di sfogo dei giovanissimi. A differenza degli adulti, i ragazzi vivono costantemente connessi e tendono a condividere tutto con gli amici. Ciò comporta anche che un certo titolo diventi virale in pochissimo tempo e fa sì che i più giovani prediligano un numero concentrato di videogiochi rispetto a fasce più mature.  

Questa tendenza è corroborata anche da un altro dato messo in evidenza dalla ricerca, ovvero la crescita dei cosiddetti  giochi piattaforma, cioè quelli che offrono mondi vasti, spazi social e strumenti per i creators di contenuti. La loro percentuale di crescita è del 10–20% all’anno.

Diversa la questione per i giochi AAA (ovvero quei videogames prodotti e distribuiti da un editore di medie o grandi dimensioni) che si trovano sempre più in difficoltà a causa degli alti costi  di sviluppo che vedono ridurre i margini di guadagno.

Chi invece ottiene guadagni significativi sono gli sviluppatori indipendenti. Secondo i dati analizzati, dal 2018 al 2024, i giochi Pc creati dagli indie hanno registrato un tasso annuo di crescita composto del 22%, contro appena l’8% dei titoli AAA/AA. Ciò significa che stiamo vivendo in un'epoca in cui i contenuti generati dagli utenti stanno diventando protagonisti conquistando attenzione rispetto ai contenuti professionali.

Ripensare la monetizzazione per sopravvivere nel gaming

Tra i fattori più interessanti analizzati da Bain l'analisi dei giocatori merita un capitolo a parte. Oggi, infatti, i gamers giocano sempre di più, ma spendono sempre meno. Si tratta di un paradosso che deriva da alcuni fattori economici. Il primo è quello relativo al prezzo dei videogiochi, rimasto fermo da vent’anni: 60-70 dollari a titolo (circa 50 euro attuali). Contemporaneamente sono stati lanciati titoli gratuiti (“free-to-play”), - simili alle slot machine gratis nel campo dei casinò online - offrendo centinaia di ore di contenuti senza alcun costo iniziale. Il mercato ormai va avanti grazie a una minoranza disposta a pagare per sbloccare contenuti o funzioni extra. Per questo motivo gli editori hanno introdotto gli acquisti in-game, formula, però, non sempre apprezzata dai giocatori e che, in alcune circostanze possono anche allontanare eventuali compratori. Alcune aziende stanno sperimentando formule in abbonamento, ma resta da capire se i grandi titoli riusciranno davvero a fare il salto.

Come ha fatto notare  Mauro Colopi, Partner e responsabile italiano Telecommunications, media & technology di Bain & Company: «I top manager del settore sanno che le regole del gioco sono cambiate: i vecchi fattori di successo non bastano più. Oggi gli utenti non vogliono soltanto giocare: vogliono anche contribuire a creare l’esperienza».

Secondo Colopi occorre ripensare il modello di business perchè solo chi saprà dare spazio alla creatività degli utenti, costruire vere comunità e ripensare i modelli di monetizzazione potrà avere ancora un futuro nel gaming. Nei prossimi anni, dunque, vivremo un'epoca di profondi cambiamenti nel mondo dei videogiochi.

Davide Luciani

Ruolo: Redattore

Giornalista pubblicista di origine abruzzese e Copywriter da oltre sette anni. Su GamingReport mi occupo di redigere articoli sul mercato del gambling nazionale e internazionale, oltre a recensire slot machine e casinò online. Collaboro anche con delle testate sportive come Sportcafe24.com e con La Legge per Tutti, portale di diritto legato all'informazione giuridica e alla consulenza legale, commerciale e fiscale.

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